da una lettera aperta è nata la nostra associazione
13/08/2010
19 agosto 2008Pieno di speranza il messaggio del nostro lettore...
Lettera aperta a tutti i malati di Parkinson: apriamo a Bitonto l'Associazione Italiana Parkinson?
Mi chiamo Damiano Minenna, sono di Bitonto, ho 44 anni e con tanta speranza in un vostro aiuto, ho deciso di raccontarvi quello che la vita ultimamente mi ha riservato.
Circa sei anni fa, scoprii di avere il Morbo di Parkinson giovanile: vi lascio immaginare il mio stato d'animo appena mi fu diagnosticata tale malattia.
Avere un simile male è comunque una tragedia, ma a 37 anni lo è ancora di più, se si considera poi, che è una malattia che nel 90% dei casi si sviluppa oltre i 60 anni.
Entrai in una vera e profonda crisi depressiva, tenendo presente che ad aggravare la situazione tre mesi prima ci fu la morte di mamma e subito dopo la scoperta del male, la perdita del lavoro.
È importante per un malato, specie di Parkinson, avere in quei momenti il supporto dei famigliari e degli amici, in quanto la malattia viene accompagnata di pari passo dalla "depressione reattiva".
Non è stato facile venir fuori, se pur in minima parte, da una depressione che sembrava irreversibile. Come non è stato facile e a momenti ancora oggi non lo è accettare la malattia.
Come dicevo prima è importante chi ti sta intorno!
A tale proposito approfitto di questa opportunità per ringraziare pubblicamente tutte le persone che mi hanno sostenuto e continuano ancora a farlo nei momenti bui che spesso mi ritrovo a vivere.
Permettetemi però, di dire un grazie speciale a due persone in particolare (prego di cuore gli altri di non volermene):una che per discrezione chiameròDanilo, il quale mi ha ritrasmesso la voglia di ritornare a vivere e l'altra persona è l'amabile Papa Giovanni Paolo II, mio fratello nella medesima malattia, che mi ha trasmesso e mi ha dato la forza di combattere e di non arrendermi mai!
Non dimenticherò mai la scena, nella sua ultima apparizione pubblica, quando ormai consumato dalla malattia, riuscì a trovare quella forza necessaria per battere il braccio sul leggio,ribellandosi così alla malattia stessa. Che testimonianza vera è stata per molti di noi quell'immagine!
Il Parkinson è una malattia degenerativa e attualmente non esistono cure capaci di debellarla, ma solo medicine capaci di rallentarne l'evoluzione.
Tanti perciò, sono i disagi a cui un malato di Parkinson va incontro: dal semplice scrivere una frase, allo sbarbarsi o semplicemente al vestirsi.
Molte poi sono le situazioni di disagio (sia psicologico che sociale) che siamo chiamati quotidianamente ad affrontare: difficoltà nel raggiungere certi posti per motivi di barriere architettoniche, oppure difficoltà nel fare una semplice passeggiata in quanto perdiamo spesso l'equilibrio, o semplicemente difficoltà comunicative e di dialogo.
Molti malati parkinsoniani tra l'altro, non sanno e non conoscono per svariati motivi i propri diritti e pur di evitare situazioni di imbarazzo,rinunciano a priori.
Un altro grande disagio riguarda i parenti di un parkinsoniano che trovandosi, spesso, in situazioni più grandi di loro pur mettendoci la buona volontà, falliscono nel dare il proprio supporto sia pratico che psicologico. Tutti questi disagi,aggiungendosi a tanti altri, rendono la vita del malato più difficile da vivere. Con grande rammarico ho scoperto tra l'altro che in tutta la Puglia non esiste una Associazione Parkinsoniana che possa sostenerci!
Per questo motivo ho deciso di espormi e attivarmi in prima persona, per aprire con voi una sede dell'A.I.P. Che possa
essere luogo di aggregazione,di confronto ,di supporto psicologico e medico, ma sopratutto di aiuto per tutti noi!
Purtroppo non so quanti,qui a Bitonto, siano affetti dalla mia stessa malattia, o quanti di voi malati e non, siano fattivamente motivati a darmi una mano seria in questo ambizioso progetto, sicuramente utile e di aiuto a tutti noi.
Sicuramente le mie aspettative con questa lettera confidano molto in un vostro numeroso riscontro, anche perché sono certo della vostra sensibilità che partirà da un semplice gesto per arrivare lontano.
Sappiate che sicuramente il male indebolisce il corpo, ma non certo la nostra anima o la nostra speranza che è l'essenza della vita stessa insieme alla fede.
È la speranza che dà senso al nostro vivere.
Se ad ognuno di noi viene meno la speranza, allora la a nostra vita non ha più ragione di esistere.
Aiutateci perciò a sperare con voi e grazie anche a voi che un giorno spero non lontano, anche questo male potrà essere debellato.
La speranza con la solidarietà rianima l'essenza di tutti noi, perciò aiutatemi e ricordatevi come diceva madre Teresa di Calcutta: "TANTE GOCCE DI ACQUA INSIEME FORMANO L'OCEANO".
Il mio numero di telefono è 3383237993 e la mail presidenza@parkinsonpuglia.com
Semplicemente grazie dal vostro amico Damiano.